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2006
oleggio – ottobre 2006 [poesia concreta per la banca del tempo]
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- è già passato un anno fuori piove la solita pioggia d’estate diluvia tempo ideale per mettere mano ad opera d’arte c’è tutto per poterla creare compresa la voglia tra una metafora e l’altra la lingua da rime baciate accompagna il poeta per lo stretto sentiero che porta all’inferno sognato sotto la pioggerellina di qui mentre le mani inventano indecenti percorsi dai sensi vietati
strizzolina rimasta senza parole intanto rivolge gli occhi al cielo (il settimo) per un capolavoro ci vuole del tempo (il mondo può aspettare) un’opera d’arte è per sempre come noi in questo caso acquarello su tela il titolo? bianco su bianco fuori piove dentro anche è già passato un anno inutilmente - [Torino – giugno 2006]
Recensione: Conferenza-Concerto: Dante, viaggio nella Divina Commedia – Inferno – Auditorium Fondazione Sandretto – Torino – 09 giugno 2006 Piero Leopardi - fine dicitore Ensemble medioevale Principio di Virtù: Katia Zunino - arpa medioevale, arpa celtica, arpa troubadour, voce Paolo Lova - liuto mediovale, chitarra moresca, ud, quinterna Massimiliano R.F. Andreo - percussioni medioevali Giovanna de Liso - soprano e relatrice - andare all’inferno con pietro e paolo per la dante alighieri a tunisi (versione ridotta) o con l’intero ensemble per la sandretto a torino (versione integrale) non è difficile. basta entrare nel medioevo dopo una premessa puntuale accompagnati da un fattore k che oggi trionfa tra l’sms e l’arpa e da corde che tra oriente e occidente dolcemente occhieggiano dietro mediterranee percussioni. andare all’inferno non è difficile. basta seguire il principio di virtù pensando ad avenue mohamed V. a dio piacendo. a me è piaciuto -
Un altro Finale di partita (Farsa in tre tempi) Ultimo atto lei – (all’improvviso e via via più aggressiva) tu, che non hai saputo amarmi lui – (stupito. silenzio) lei – tu, che non hai voluto rendermi felice lui – (silenzio) lei – tu, che mi hai chiuso in gabbia togliendomi la libertà lui – (silenzio) lei – tu, che ti sei preso tutto e non hai dato niente lui – (silenzio) lei – tu, che hai ferito la mia sensibilità lui – (silenzio) lei – tu, che non hai mai considerato la mia intelligenza lui – (silenzio) lei – tu, che non hai saputo rendermi pienamente donna lui – (silenzio) lei – tu, mi hai sottratto il tempo per crescere lui – (silenzio) lei – tu, che non hai coltivato il mio sapere lui – (silenzio) lei – tu, che mi hai regalato inutili stupidaggini lui – (silenzio) lei – tu, che mi hai usata per il tuo solo interesse lui – (silenzio) lei – tu, che non ti sei neanche accorto che tutto era falso, (scandendo) falso, tutto lui – (silenzio) lei - (arrogante e gridando) tu non hai capito, ti spiego lui – [cfr. nota] Difficile scrivere il finale. Soprattutto per chi ha conosciuto i due “tempi” precedenti. La conclusione era conosciuta e già scritta, ma non sotto questa forma in una brutta storia di interesse. Così si potrebbe chiudere con: lui – no. (duro. esce di scena) lui – grazie. (assente. esce di scena) lui – io ho capito, non spiegarmi. ti prego, non spiegarmi. (triste. esce di scena) Probabilmente Samuel Bechett avrebbe scritto: lui – (sempre in silenzio esce di scena) Il lettore può scegliersi il finale che crede. L’importante è che lui esca. Torino – giugno 2006
- augurio - - a … - la città vive accanto al cimitero sotto il sole impietoso d’estate il giovane uccello vola incontro alla sua libertà che la mano di allah accompagni la pioggia sulla bianca tomba di casa per dissetarlo – Nota – Sulle tombe musulmane è tradizione praticare una piccola buca di forma circolare per raccogliere acqua per gli uccelli.
[da il foglio n 333] |
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