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1981
la fantasia al potere - la fantasia al potere non è più di moda (forse è una fortuna) non tutti gli intellettuali pensano incollati alla loro sedia. ce n’è uno (luccica ma è più latta che oro) che riesco persino ad immaginare un foglio in fonderia (lo avete mai visto? non è comunque il suo spazio) e ci prova anche a raccontarlo lui che tra la classe operaia c’è stato di passaggio l’altro che c’è e ci resta (e ha pure la coscienza) deve far tornare i conti anche perché se no si chiude. ma ora che si è dentro subito qualcuno inizia occorre rivedere il concetto di denaro (cita thomas more) ma nessuno ascolta il rumore è forte qui i lavoratori sono disattenti (per una colata poi) alla voce che parla nel deserto. ma come faranno poi a vestire il blucopiativo della tuta con il terradisiena delle scarpe il problema comunque di fondo rimane la reiterazione nel linguaggio operaio dal dopoguerra ad oggi. non se n’era accorto nessuno tant’è che qualcuno facendosi largo tra una polvere che si taglia a fette (e ce n’è per tutti) avvisa per scritto “compagno non fumare rispetta la salute di chi ti sta vicino e la tua”. la linea ecologista applaude tra l’indifferenza operaia sorda anche all’invito di corsi di addestramento manuale per tempo libero il “fai da te” per 150 ore (cfr. 2 tess. 3. 7-8) e poi gli esperti in economia (quelli riconvertiti però) meno produzione industriale meno inquinamento meno posti di lavoro allora più depuratori più posti di lavoro più costi di produzione meno vendite allora più crisi più posti di lavoro meno più (eppure 2 + 2 faceva 4). qui hanno la nostra età e sembrano nostri padri anche se passano da un’avventura all’altra in carta patinata con la ragazza del mese per questo non andranno in paradiso. animazione ci vuole animazione alcuni sostengono sociale altri corporea si sa non sempre si può mettere il quadratino sotto l’accordo. ma voi vi immaginate un foglio in fonderia? no non c’è più tempo deve uscire il numero bisogna chiudere se si vuole spedire entro il (che non è mai troppo in anticipo mai tardi) in fondo poi noi produciamo cultura loro producono e basta –
- maria portava a 20 anni due mele ancora acerbe senza avvertirne il peso non c’era su lei l’impronta di un qualche dito indice maria incontrò uno stupido mago uno stupido mago incontrò che compì una magia rendendo maturi i suoi frutti pensandoci sopra non poco per via della sua serietà inutile. Così maria già donna barattò l’ormai inutile mago con i suoi bottoni al vento. Maria si sposò si sposò maria con uno che sapeva contare e in quella notte in cui a lui si aprì tra le mani di un vecchio mercante ritrovò le sue mele come una qualsiasi merce –
[da “il foglio” n 94 - anno XI - n 11 - dicembre 1981]
- ogni mese quasi puntuale come una luna che c’è anche quando non la si vede mi corico tra le tue piccole grandi labbra e pallido gelsomino mi tingo di un rosso che arriva da un cuore costretto lontano. sarai con me sempre libera (e non solo nei tuoi giorni difficili) per via del mio letto che non è così largo da consentire al mio braccio di potersi allungare. d’altronde io dormo raggomitolato contando i giorni. maria ci vediamo ogni 28 (giorno più giorno meno) dicono sia per te una fortuna e per quello che ne so io potrebbe anche essere vero – [Revigliasco 1981]
- una vita misera ma sicura un gioco misero ma sicuro una scuola misera ma sicura un impiego misero ma sicuro un matrimonio misero ma sicuro una pensione misera ma sicura una morte sicura ma misera – [da “il foglio” n 87 - anno XI - n 3 - marzo 1981] |
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